Compostabile e biodegradabile sono due termini che sono ormai sinonimi di attenzione per l’ambiente e sostenibilità perché entrambi descrivono dei processi biologici. Ma, nonostante siano parole diffuse e sulla bocca di molti, il loro significato non è ancora molto chiaro.
BIODEGRADABILE NON È COMPOSTABILE
Cosa significa biodegradabile? Partiamo vedendo assieme la definizione di questo termine spesso confuso per sinonimo di compostabile (cosa che invece non è).
Un elemento biodegradabile non è infatti automaticamente anche compostabile.
La definizione di biodegradabile dice che: “Si definisce biodegradabile qualsiasi materiale che possa essere scomposto da batteri, luce solare e altri agenti fisici naturali, in composti chimici semplici come acqua, anidride carbonica e metano“.
Un processo che coinvolge moltissime tipologie differenti di materiali ma che può prevedere per ogni elemento un suo tempo, anche molto lungo, di degradazione.
Qui entra in campo la normativa europea stabilisce però che essere definito biodegradabile un prodotto deve decomporsi del 90% entro 6 mesi.
La differenza quindi che si evince in primis tra compostabile e biodegradabile sta appunto nel tempo di degradazione.
COSA SIGNIFICA COMPOSTABILE
Compostabile è un termine che fa riferimento a tutti quei prodotti che, dopo essere stati utilizzati, possono essere gettati assieme ai rifiuti organici nell’apposita raccolta differenzia e recuperati di conseguenza negli impianti di compostaggio.
Infatti, attraverso il processo di compostaggio, i rifiuti di cucina, di giardino e prodotti compostabili vengono trasformati in un nuovo materiale che prende il nome di compost.
Qual è quindi la definizione esatta del termine “compostabile”?
Si definisce compostabile quei prodotti che possiedono le quattro caratteristiche per essere smaltiti con i rifiuti organici e recuperati negli impianti di compostaggio
DIFFERENZA TRA COMPOSTABILE E BIODEGRADABILE
Come si può evincere da quanto detto in natura tendenzialmente tutto si biodegrada. Infatti ogni rifiuto organico ha i suoi tempi di biodegradazione, paglia e legno impiegheranno più tempo di amido e cellulosa. Similmente in ambienti freddi e secchi i processi di biodegradazione saranno più lenti che in ambienti caldi e umidi.
Ricapitolando quindi la differenza tra compostabile e biodegradabile riguarda i tempi di decomposizione.
La normativa EN 13432 considera compostabile qualsiasi prodotto che si decomponga in 90 giorni riducendosi a frammenti inferiori ai 2 mm, in condizioni ambientali ricche di anidride carbonica. Il materiale in questione subisce una decomposizione biologica che produce anidride carbonica, acqua, sostanze inorganiche e biomassa.
Mentre nel caso dei materiali biodegradabili, la stessa norma stabilisce che una sostanza (o materiale) è considerata biodegradabile quando almeno il 90% si decomponga nell’arco di sei mesi in frammenti inferiori ai 2 mm.
I prodotti biodegradabili devono quindi essere opportunamente differenziati e non possono essere smaltiti nell’umido, a meno che non siano compostabili
2 risposte